Radice dente

Radice dente: le caratteristiche anatomiche
L’interno della radice dente è percorso da quelli che vengono chiamati come canali radicolari che contengono la polpa dentale. Questi canali giungono all’apice radicolare dove si collegano con nervi e vasi sanguigni. Si tratta di una connessione che assicura il nutrimento al dente e l’osso alveolare è la parte di osso su cui è ancorata la radice dente. Solitamente è abbastanza difficile che si verifiche la frattura della radice dente di un dente vivo, anche per questo avviene con maggiore frequenza in denti devitalizzati o deboli in quanto il dente non riesce a sopportare le diverse sollecitazioni che sono state causate dalla masticazione.
In caso di frattura radice dente quasi sempre il dentista non avrà altra scelta che procedere con l’estrazione del dente. Qualora invece ci si trovasse davanti a una frattura nella parte superficiale della radice dentale si potrà provare a salvarlo mediante la ricostruzione del dente e il suo incapsulamento. Se poi abbiamo una frattura radice dente profonda allora si dovrà intervenire subito con l’estrazione del dente in quanto potrebbe scaturire una pericolosa infezione ossea.
Radice dente scoperta: ecco quali sono i rischi
Ma quali sono esattamente i rischi di una radice dente? Se il colletto dentale si abbassa a causa di vecchiaia o infiammazione gengivale, ecco che si lascia scoperta una porzione della radice dentale. Se la radice del dente si ritira con la recessione gengivale sarà possibile notare molto facilmente il colletto in quanto la colorazione della radice dentale sarà più giallastra rispetto al colore del dente. Si tratta di una condizione pericolosa anche perché potrebbe causare ipersensibilità a stimoli termici freddi o caldi. In attesa di andare dal dentista si potrebbero applicare dei prodotti contro l’ipersensibilità dentinale. Una volta dal dentista, lo specialista dovrà verificare se la radice dente scoperta riguarda un dente sano oppure se si tratta di malattia parodontale. Nel primo caso si ricorre a chirurgia plastica mucogengivale mentre, in caso di malattia parodontale, si dovrà ricorrere alla devitalizzazione del dente.
Radice dente esposta: possibili trattamenti
Una delle opzioni di trattamento in caso di radice dente esposta consiste sicuramente nel trapianto di tessuto del palato sulle gengive. In caso di radice dente esposta e di intervento possono esserci alcuni effetti collaterali come dolore, malessere e complicanze nella guarigione del sito di prelievo sul palato. Se la radice dente fosse irrecuperabile il dentista solitamente prospetta il ricorso all’implantologia. Si tratta in sostanza di inserire un impianto dentale o di creare un ponte per andare a sostituire la radice estratta. Quando parliamo di inserire un impianto dovrà essere inserito un perno su cui appoggiare un nuovo dente artificiale. Si tratta di una soluzione dalla ottima resa che consente di riprendere la masticazione. Prima di procedere con l’inserimento di un impianto dentale comunque il dentista dovrà prima verificare che nel paziente vi siano almeno 8 millimetri di spazio per ospitare l’impianto dentale.
I tempi di completamento del lavoro del dentista sono molto lunghi e infatti potrebbero volerci anche 5-6 mesi. Qualora il dentista prospetti di procedere con un ponte protesico i tempi saranno inferiori e l’intervento consentirà di creare un ponte che ricopra i denti ai lati di quello mancante così da compensare lo spazio che è stato lasciato libro dall’estrazione. La panoramica della radice dente viene effettuate tramite radiografia o ispezione tattile. La radice dente potrebbe anche andare incontro a fratture, ovvero condizioni non frequenti che potrebbero presentarsi con denti devitalizzati. La frattura della radice dente comunque non ha altre soluzioni se non quella di ricorrere all’estrazione dente. Se la frattura fosse presenta nella parte superficiale della radice dente il dentista potrebbe considerare un intervento conservativo di ricostruzione del dente. In caso di danni profondi l’estrazione dente potrebbe essere necessaria al fine di scongiurare il rischio di danni all’osso.
