Laser parodontite controindicazioni

È stata condotta un'indagine con l'obiettivo di valutare il grado di infiammazione gengivale prima e dopo l'intervento con laser terapeutico nel trattamento della gengivite cronica di tipo sperimentale.
I pazienti che sono stati sottoposti al trattamento durante l’indagine avevano un’età compresa tra i 16 e i 25 anni e una gengivite cronica nell'area inferiore della bocca.
In totale il campione era costituito da 71 pazienti che soddisfacevano i criteri di inclusione ed esclusione e hanno dato il loro consenso a partecipare allo studio.
In questo articolo ti sveleremo in che modo è stata condotta l’indagine, cosa è emerso da questa e se esistono per il laser parodontite controindicazioni.
Parodontite: cos’è e chi a colpisce
Il termine malattia parodontale (PD) si riferisce a un insieme di malattie infiammatorie che colpiscono i tessuti protettivi e di inserzione del dente, ovvero le gengive.
Queste malattie rientrano tra le patologie più comuni del genere umano, tanto che si ritiene che costituiscano il secondo problema di salute orale più diffuso al mondo, risalente a tempi molto remoti.
Le malattie parodontali scaturiscono da una reazione immunoinfiammatoria cronica del parodonto, che per un migliore studio e comprensione si possono suddividere in gengivite e parodontite.
La gengivite è considerata la forma più comune di malattia parodontale, compare nell'infanzia e la sua prevalenza è notevole. Inoltre, è poco più lieve della parodontite che, invece, scaturisce come conseguenza di una gengivite non trattata nel tempo.
È stato riscontrato in molti studi che il 35% dei bambini di 3 anni e il 64% dei bambini di 5 anni hanno la gengivite e la prevalenza e la gravità della patologia aumentano con l'età.
Nei paesi industrializzati circa il 50% della popolazione adulta soffre di gengivite.
Alcuni autori suggeriscono che, nei paesi sottosviluppati, dove non esistono programmi di educazione sanitaria o di prevenzione, tutti gli individui hanno gengiviti in quasi tutte le aree dei denti intorno ai 14 anni di età.
La distribuzione e la gravità della malattia raggiunge l’apice prima dei 20 anni e rimane più o meno la stessa per tutta la vita.
Inoltre, gli studi condotti negli Stati Uniti rivelano che la gengivite colpisce il 75% degli adulti della popolazione americana, mentre le indagini condotte in Brasile, che hanno valutato la presenza di malattie parodontali attraverso il sanguinamento delle gengive, hanno riscontrato e verificato che questa tipologia di patologie ha una prevalenza estremamente elevata.
Lo studio a cui fanno riferimento in Brasile è stato condotto nella città di Contagem, Minas Gerais, dove è stata confermata un'alta prevalenza di gengivite cronica in un gruppo di 104 individui con età diverse ed è stato verificato che il 98% degli intervistati presentava una forma di sanguinamento delle gengive.
A Cuba la gengivite si presenta con un’elevata prevalenza nella popolazione, ma con una moderata gravità.
Gli studi hanno dimostrato che la gengivite colpisce circa l'80% dei bambini in età scolare e oltre il 70% della popolazione adulta ha sofferto di gengivite, parodontite o entrambe.
La placca batterica o il tartaro microbico che si accumula intorno ai denti e penetra nel solco gengivale è l'agente eziologico primario di questa malattia.
I microrganismi e gli elementi da cui sono composti avviano il processo, poiché accumulandosi in prossimità della gengiva stimolano la risposta immunoinfiammatoria e attivano gli elementi cellulari, vascolari e umorali che cercheranno di distruggere, neutralizzare o ridurre la loro azione irritante e, a loro volta, cercheranno di riparare il danno.
Questo provoca una risposta di natura difensiva, poiché l'ospite nei suoi sforzi per contrastare i batteri rilascia diverse sostanze che possono causare un maggior danno ai tessuti parodontali.
La malattia parodontale può portare alla perdita irreversibile del parodonto e, nelle sue fasi più avanzate, può provocare la perdita dell'elemento dentale. Questo danno causato ai tessuti orali produce un evidente impatto negativo sulla qualità della vita dell'individuo.
Gli aspetti funzionali del sistema stomatognatico, come masticare, deglutire e parlare, possono essere compromessi, inclusa l'estetica del sorriso e, spesso, l'autostima personale.
Esistono molteplici procedure terapeutiche per il trattamento della gengivite cronica, ma è comunque necessario rispettare un'adeguata educazione sanitaria, controllate la placca dentobatterica periodicamente e procedere all'eliminazione e/o al controllo dei fattori di rischio.
L’utilizzo del laser come strumento terapeutico per la parodontite è attualmente un'ulteriore alternativa nel trattamento di questo processo immuno-infiammatorio cronico superficiale, grazie ai suoi riconosciuti effetti biologici sui processi infiammatori.
Si ritiene, infatti, che la radiazione laser a bassa potenza soddisfi le condizioni necessarie per essere utilizzata come ulteriore alternativa nel trattamento della gengivite edematosa cronica e fibroedematosa, poiché consente di migliorare o sostituire procedure invasive.
Proprio per queste sue caratteristiche è stata condotta un’indagine per valutare il grado di infiammazione gengivale prima e dopo l'intervento terapeutico laser, utile anche a mettere in evidenza l’esistenza eventuale di laser parodontite controindicazioni.
Utilizzo del laser per il trattamento parodontale: il metodo dell’indagine
Per comprendere l’efficacia del laser come strumento terapeutico utile al trattamento parodontale è stata condotta un’indagine su un campione di pazienti di età compresa tra i 16 e i 25 anni affetti da gengivite cronica nell’area inferiore della bocca.
Lo studio è stato condotto nella provincia di Ciego de Ávila e il campione era composto da 71 pazienti che hanno frequentato il Servizio di Parodontologia della Clinica Stomatologica Didattica di Ciego de Ávila, nel periodo da ottobre 2011 a ottobre 2012, e che hanno soddisfatto i criteri di inclusione ed esclusione stabiliti per lo studio.
Per condurre l’indagine ai pazienti è stato fatto un colloquio, un esame orale ed è stato fornito un protocollo di trattamento. E’ stato, inoltre, creato un modulo per raccogliere i dati necessari e convalidato tramite dei criteri scelti dagli esperti.
Una volta selezionati i pazienti, il grado di infiammazione gengivale è stato misurato utilizzando l'indice gengivale Loe e Silness prima di iniziare il trattamento.
L'importanza dell'igiene orale è stata spiegata a tutti i pazienti ed è stato indicato il modo corretto di eseguire lo spazzolamento orale e la fisioterapia.
È stato eseguito poi il trattamento tramite laser e a distanza di 15 e 30 giorni dall'ultima irradiazione è stato ripetuto l'indice gengivale di Loe e Silness, con l'obiettivo di valutare la risposta al trattamento e mettere in evidenza l’eventuale esistenza nell’uso del laser parodontite controindicazioni.
Il grado di infiammazione gengivale che ne è derivato dal trattamento con il laser è stato analizzato come variabile dipendente, mentre sono state analizzate e gestite come variabili indipendenti l’età, il sesso del paziente, il tipo di gengivite cronica e l’emergere con il laser parodontite effetti collaterali.
Le informazioni raccolte sono state trasferite in un database preparato con il programma Statistical Package for Social Sciences (SPSS versione 19.0) ed elaborate con gli strumenti di tale programma.
I risultati sono stati poi riassunti e presentati in tabelle statistiche e come misura di sintesi per i dati qualitativi, sono state applicate frequenze e percentuali assolute.
Per valutare se c'erano differenze nel grado di infiammazione gengivale prima e dopo l'intervento, è stato utilizzato il test non parametrico (k campioni correlati) di Friedman per determinare la significatività statistica con un'affidabilità del 99%.
E' importante dire che a tutti i pazienti selezionati per la ricerca è stato chiesto il loro consenso firmato per la conduzione dell'indagine.
Utilizzo del laser per il trattamento parodontale: risultati dell’indagine
I dati ottenuti dall’indagine sono stati analizzati e organizzati in maniera chiara per rendere evidenti e comprensibili i risultati della ricerca.
Nello specifico sono state create quattro diverse tabelle:
1. Nella prima tabella sono stati distribuiti tutti i pazienti con una gengivite cronica in base al tipo di malattia parodontale (fibroedematoso o edematoso) e all’età.
Dall’indagine è emerso che la gengivite di tipo fibroedematoso è molto più frequente, poiché presente nel 59,2% delle persone sottoposte all’indagine, rispetto alla gengivite di tipo edematoso, la quale invece è presente nel 40,8% delle persone sottoposte all’indagine.
Per quanto riguarda la distribuzione per fasce di età è emerso che le persone più colpite dalla gengivite cronica sono i pazienti con età compresa tra i 21 e i 25 anni con una percentuale che ammonta al 52,1%.
In relazione al tipo di gengivite in questa fascia di età è emerso che il 30,9% dei pazienti con età compresa tra i 21 e i 25 anni soffrono di una gengivite cronica di tipo fibroedematosa, mentre il 21,1% dei pazienti compresi in questa fascia di età hanno una gengivite cronica di tipo Edematosa.
Nel gruppo di età compresa tra 16 e 20 anni, la tipologia di gengivite fibroedematosa era anche più frequente di quella edematosa, rispettivamente con una frequenza del 28,2% e il 19,7%.
In merito alla distribuzione della gengivite cronica in base all'età, diversi autori sottolineano che la percentuale più alta dei pazienti con gengivite edematosa Cronica trattati nel loro studio ha un'età compresa tra i 15 ei 34 anni; questo perché questa malattia inizia in tenera età e peggiora man mano che si cresce. Nello studio effettuato, infatti, la frequenza della patologia gengivale edematosa è stata riscontrata nel gruppo più anziano di pazienti sottoposti all’indagine.
2. Nella seconda tabella vengono distribuiti tutti i pazienti in base alla tipo di gengivite cronica (fibroedematoso o edematoso) e al sesso.
Nel gruppo di studio, il sesso femminile ha predominato con il 52,1%. Ed è emerso che la gengivite di tipo Fibroedematoso è più frequente nel sesso maschile con una percentuale del 33,8%; mentre nel sesso femminile prevale la gengivite di tipo Edematoso con una frequenza del 26,8%.
Nello specifico, dallo studio condotto emerge che i pazienti più colpiti dalla gengivite cronica nella fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono quelli di sesso femminile, questi prevalgono sul sesso maschile con una percentuale del 60,4%. Anche altri studi hanno confermato questa prevalenza ed in particolare si conferma il fatto che la gengivite di tipo fibroedematoso predomina nei maschi e quella di tipo edematoso, invece, è più frequente nelle femmine.
3. Nella terza tabella è stata riportata invece la valutazione della risposta al trattamento della gengivite edematosa cronica dopo l'intervento con laser terapeutico in base al grado di infiammazione gengivale.
Si è riscontrato che prima del trattamento le frequenze più alte di gengivite di tipo edematoso erano di grado moderato e lieve, rispettivamente con il 44,8% e il 41,4%. Il 13,8% invece presentava una gengivite cronica ad uno stato grave e non c'erano casi di pazienti con uno stato normale delle gengive, senza infiammazione.
Con l’utilizzo del laser come strumento terapeutico per la cura della parodontite, dopo 15 giorni di trattamento, si è osservato che il 13,8% delle gengiviti più gravi è scomparso, quelli moderati sono stati ridotti al 24,1%, il 48,3% è andato al grado lieve e l'infiammazione è scomparsa nel 27,6%.
30 giorni dopo la fine del trattamento, è stato applicato nuovamente l'indice gengivale (GI) per capire quali risultati ha avuto il trattamento e per evidenziare l’eventuale esistenza per il laser parodontite controindicazioni. E’ però emerso che il 69,0% dei pazienti sottoposti all’indagine non presentava più alcuna infiammazione, il 27,6% dei pazienti è rimasto con una lieve infiammazione e, infine, solo il 3,4% continuava a presentare un grado moderato o grave di infiammazione.
Il test di Friedman per campioni non parametrici è stato applicato a questi risultati e questi riflettevano risultati statisticamente significativi (p <0,01).
Dopo lo studio, una delle diverse laser parodontite opinioni emerse è che questo strumento terapeutico genera bassa energia e pur non avendo un effetto termico produce un effetto fotobiologico e fotochimico sui denti e le gengive, in grado di aumentare l'attività cellulare che provoca la proliferazione di macrofagi, linfociti, fibroblasti, cellule endoteliali ed, inoltre, aumenta la respirazione cellulare, la sintesi di adenocina, aumenta il fattore di crescita e trasforma i fibroblasti in microfibroblasti che sintetizzano il collagene e aumentano la produzione di beta endorfine.
In parole più semplici, l'applicazione della terapia laser a bassa potenza si rivela essere, grazie al suo effetto di biostimolazione all'interno dell'area dentale, un'opzione eccellente per il trattamento della gengivite cronica.
Dallo studio si conclude che la laserterapia a bassa potenza è veramente efficace nel trattamento dei processi immunoinfiammatori cronici del parodonto protettivo, determinando un deciso effetto antinfiammatorio nei tessuti orali.
Anche in altri studi si arriva ad una conclusione simile e si afferma che la terapia laser è efficace per il trattamento della gengivite cronica, sia che questa sia di tipo edematoso che fibroedematoso, sebbene si ottengano risultati più positivi nel trattamento della gengivite cornica edematosa.
Nei risultati sull'efficienza del laser a bassa potenza nel trattamento della gengivite edematosa cronica nei bambini, emerge che questa malattia nei bambini può essere curata con successo con un trattamento di base convenzionale. L'uso del laser a bassa potenza può migliorare notevolmente questo effetto. Dai risultati ricavati dall’indagine condotta sui bambini, infatti, si nota come la terapia con il laser riduce significativamente la gengivite edematosa cronica nel 69,0% dei pazienti.
4. Nella quarta e ultima tabella viene invece riportata la valutazione della risposta al trattamento della gengivite fibroedematosa cronica dopo l'intervento con laser terapeutico in base al grado di infiammazione gengivale.
In questo caso si è scoperto che quando si applicava l’indice gengivale prima del trattamento, il 50,0% dei pazienti sottoposti all’indagine presentava una gengivite cronica fibroedematosa di grado moderato, il 42,9% di grado lieve e il 7,1% di livello grave; inoltre, non c'erano pazienti senza infiammazione gengivale prima del trattamento.
Quando è stato applico, invece, l'indice gengivale dopo 15 giorni di trattamento, è stato osservato che i casi gravi sono scomparsi, il 9,5% dei pazienti presentava una gengivite cronica in misura moderata, per il 52,4% dei pazienti la gengivite è diventata lieve e l'infiammazione è scomparsa nel 38,1%.
Infine, applicando l’indice gengivale 30 giorni dopo il trattamento, è emerso che il 78,6% dei pazienti non presentava più alcuna infiammazione, il 16,7% degli stessi aveva un’infiammazione di grado lieve, per il 4,7% dei pazienti l’infiammazione era di grado moderato e non ci sono stati casi di infiammazione grave.
I risultati dell'analisi statistica applicata hanno mostrato una significatività statistica (p <0,01)
Per quanto riguarda il laser parodontite opinioni in merito emergono dagli studi di Traviesas EM et al, condotti a Havana City nel 2007, sull'uso della terapia laser nella gengivite edematosa cronica e fibroedematosa, in cui si conclude che la terapia laser è efficace per il trattamento della gengivite cronica in entrambi i tipi.
Obradović R et al, nel loro studio sull'efficacia del laser a bassa potenza nella terapia dell'infiammazione gengivale nei pazienti diabetici con malattia parodontale, sottolineano che la terapia laser a bassa potenza è efficace nell'eliminare l'infiammazione gengivale.
Marin OH et al, riguardo all'uso dei cosiddetti laser terapeutici o soft laser a bassa potenza, sottolineano che questi producono biostimolazione cellulare e per questo sono applicati per accelerare la rigenerazione dei tessuti, la guarigione delle ferite, con analgesici, antinfiammatori, omeostatici e attivatori dei meccanismi di difesa naturali.
Tra questi, i più utilizzati sono quelli di elio-neon (He Ne), gallio arseniuro (GaAs) e gallio alluminio arseniuro (GaAsAl), quest'ultimo è stato quello utilizzato in questa ricerca. In questo studio, è stato possibile verificare che l'arseniuro di gallio alluminio laser a bassa potenza (GaAsAl) fosse una terapia efficace per il trattamento della gengivite edematosa cronica e fibroedematosa, poiché i risultati dell'analisi statistica applicata riflettevano la significatività statistica.
Effetti collaterali dell'intervento terapeutico con laser
E’ vero che dallo studio condotto e descritto fin qui non sono emersi in merito all’uso del laser parodontite effetti collaterali.
Bisogna però tener presente che questi esistono e che altri studi hanno fatto emergere la presenza nell’uso del laser parodontite controindicazioni.
In particolare, gli studi indicano che l’uso del laser per la cura della parodontite possa indurre danni irreversibili alle radici dei denti ed inibire l’attività di riproduzione di nuove fibre tessutali. Sebbene comunque studi diversi non hanno rivelato nessuna criticità nel suo uso durante il trattamento parodontale.
In conclusione, è emerso dagli studi condotti che la gengivite fibroedematosa cronica è stata la più frequente e predominante nel gruppo di età compresa tra 21 e 25 anni ed è più freguente nel sesso maschile; mentre nel sesso femminile è più frequente la gengivite edematosa cronica.
Inoltre, l’uso del laser come strumento terapeutico per la gengivite cronica sia fibroedematosa, sia edematosa risulta essere un’opzione efficace di trattamento parodontale che permette di avere risultati significativi sulla riduzione dell’infiammazione gengivale. Anche perché non sono emerse per l’uso del laser parodontite controindicazioni.
