Digrignare i denti
Digrignare i denti cause: cosa sapere
Attualmente c’è ancora una certa incertezza riguardo le possibili cause scatenanti del bruxismo. Digrignare i denti può essere il prodotto di diversi fattori che vanno da ansia e stress fino a problemi emotivi, disturbi del sonno e malocclusioni dentarie. Digrignare i denti potrebbe anche essere una evoluzione a livello muscolare di malattie neurodegenerative e dell’abuso di fumo, alcol, droghe e caffeina. Se invece parliamo del digrignare i denti nei bambini piccoli allora la causa potrebbero essere mal di denti e otiti. Tra i sintomi del bruxismo oltre al digrignare i denti abbiamo dolori al capo, alla mascella e ai muscoli coinvolti nella masticazione, lesioni e usura di uno o più denti e aumento della sensibilità dovuta alla perdita dello strato superficiale di smalto dentale. Il modo migliore per proteggere i denti dal bruxismo è solitamente quello di utilizzare un apparecchio per non digrignare i denti anche detto bite. Per provare a prevenire il digrignare i denti del bruxismo dobbiamo lavorare sulla prevenzione andando a ridurre una serie di fattori scatenanti come lo stress, il consumo di acolici e l’assunzione dopo cena di bevande alla caffeina.
Digrignare i denti e bruxismo: la diagnosi
Se dovesse capitare di digrignare i denti di frequente allora si consiglia di andare dal dentista affinché lui possa fare la giusta diagnosi preliminare. In questa occasione lo specialista valuterà nel dettaglio l’usura dei denti, eventuali lesioni e la presenza di eccessiva sensibilità dei muscoli della mascella. In alcuni casi lo specialista potrebbe anche consigliare alcuni esami specifici come l’ortopantomografia o la polisonnografia, un esame specialistico che serve a verificare l’andamento del riposo notturno e che viene eseguito da uno specialista di medicina. Una volta che si è compreso che la causa del digrignare i denti è proprio il bruxismo bisognerà soffermarsi sui possibili trattamenti a disposizione.
Digrignare i denti: i trattamenti per il bruxismo
Tra i trattamenti utili per contrastare gli effetti negativi del digrignare i denti abbiamo sicuramente l’utilizzo di un bite dentale, ovvero di un paradenti realizzato sulla base dell’impronta dentale del paziente. Il bite può essere usato durante il sonno per evitare lo sfregamento dei denti ma da solo potrebbe non essere sufficiente. Si consiglia anche di utilizzare tecniche di rilassamento per contrastare lo stress. Si potrà anche ricorrere poi a cure ortodontiche per correggere eventuali malocclusioni. Non solo, i dentisti potrebbero anche consigliare una terapia farmacologica per correggere questa patologia anche se il bite è sicuramente il rimedio migliore per digrignare i denti. Il bite consiste in una mascherina di gomma morbida o dura che richiama sotto diversi punti di vista un paradenti. Con questo bite possiamo alleviare il carico di serraggi anomali e involontari in modo molto efficace. Per scegliere il giusto bite per contrastare il digrignare i denti possiamo scegliere tra diversi modelli che vanno da quelli automodellanti fino a quelli preformati. Altri rimedi per il bruxismo possono essere meditazione e yoga in quanto possono contribuire ad alleviare ansia e stress.
Digrignare i denti: quali sono i rischi comuni
Digrignare i denti da sveglio o di notte è un problema da considerarsi come molto serio per la salute del nostro cavo orale. Uno dei problemi collegati al bruxismo è quello del rischio di consumare i denti in modo non naturale. Il digrignare i denti del bruxismo porta in sostanza a ridurre lo smalto dentale, a modificare la forma e ad esporre la polpa dentale. Purtroppo non è così semplice accorgersi subito di soffrire di bruxismo in quanto digrignare i denti avviene anche in modo del tutto silenzioso. Non solo, il consumarsi dello smalto comporta anche una maggiore esposizione dei denti stessi al rischio dell’insorgenza di processi cariogeni. Tra le conseguenze del digrignare i denti comunque abbiamo possibili danni ai denti come sensibilità, mobilità dentale e microfratture, recessione gengivale, problemi temporomandibolari, disturbi del sonno, emicrania cronica e dolore cronico alla mandibola.